Mostra di
Sara Ravelli / Melanie Ebenhoch / Maria Morino Savinio
Testi di
Kasia Fudakowski / Ruggero Savinio
Dal 08/03/25
al 04/05/25
SVG_DIAL_DIALOGUE_DIAL

Aracne osò sfidare Atena ricamando gli amori degli dèi e le loro colpe con tela e spola, mettendo in luce con arguta ironia le astuzie e gli inganni usati per raggiungere gli scopi divini. Offesa dalla maestria e dall’audacia della fanciulla, la dea la ridusse a ragnetto, condannandola a filare dalla bocca per il resto dei suoi giorni.

Metamorfosi e corrispondenze tra attributi umani e animali sono pratiche che colpiscono anche i soggetti di Dial Dialogue Dial, seppure in maniera meno prevedibile e lineare. Nel nostro racconto-tela si procede per contrapposizioni zigzagando tra sogno e veglia, tra fiabesco e mitologico, tra magico e simbolico.

Una figura femminile con testa di nottola svetta accanto a un'architettura classica. Verosimilmente una dea, che vigila su un tempio, la cui mano vi si posa sopra, forse per custodirlo e prendersene cura - monito divino, o forse simbolo di una saggezza che torna a vegliare sugli uomini. Eppure, un senso di sospensione e drammaticità, che riecheggia ambientazioni e storie proprie delle rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia, pervade la scena che è il soggetto del ricamo a punto lanciato, velandola di un’inquietudine metafisica.

Un corvo nero, invece, ha messo il becco in una casa ed è rimasto intrappolato in uno stato di impasse. Come per legge del contrappasso, la sua tracotanza è stata punita con l’assenza di vie d’uscita, fisso con una torcia in bocca, disinnescato. Creatura della notte, portatore di nefandi presagi ma anche simbolo sacro in alcuni miti, è qui trasformato in un faro-giocattolo di cartapesta, costretto a ruotare su sé stesso senza mai fermarsi; forse nella speranza di insegnarci qualcosa come nelle migliori favole di Esopo.

Altrove, l’immagine di una cesta di frutta davanti a cui penzola una cornetta del telefono sembra evocare la scena di un film di Hitchcock: immortalando quell’istante in cui un dettaglio prelude a un evento improvviso. Il dramma e la suspense dell’attesa, di una chiamata mancata o di una conversazione interrotta, vengono improvvisamente infrante dalla messa a fuoco di presenze che svolazzano intorno alle cibarie in primo piano sulla tavola. Piccoli insetti-putti irrompono e riscrivono la scena di una natura morta che pare estrapolata da un dipinto fiammingo.

È facile perdere il filo di queste storie tra contrapposizioni, capovolgimenti e imprevisti. Ora caricature dall’apparente risvolto morale, ora miti rivisitati, le opere si presentano come audaci assemblaggi iconografici; in cui luoghi in bilico tra interno ed esterno si fondono attraverso colpi di scena inaspettati, in cui la tensione cinematografica delle scene domestiche si dissolve in sovversioni simboliche e volumetriche, e in cui la gravitas teatrale si alterna a un’ironia dissacrante.

Una dimensione domestica lega le opere di Melanie, Sara e Maria, attraverso ambientazioni che ricordano vere e proprie scenografie, rese ancora più vivide dall’integrazione di quelli che potrebbero essere oggetti di scena – come il corvo-lampada che ruota sul motore di un tergicristallo e il telefono object trouvè; ma anche attraverso tecniche e materiali, in grado di suggestionarci intimamente – come la tela grezza amorevolmente ricamata, – che contribuiscono a costruire le architetture fisiche e psicologiche della mostra.

Un dialogo mancato, il telefono caduto di Melanie, il corvo di Sara che gira in un loop infinito, incapace di creare una relazione con qualcos’altro, sono i protagonisti di Dial Dialogue Dial. Apparentemente parte di un discorso muto, contribuiscono a definire uno spazio intimo in cui rievocare, intrecciare, e riscrivere i propri racconti. Anche loro, come Aracne, trasformati, ci ricordano come il raccontare sia caro alle tessitrici – lei stessa parte di un mito narrato e tramandato.

Conoscendo la storia di Maria Morino Savinio e ascoltando quelle di Sara Ravelli e Melanie Ebenhoch abbiamo deciso di intrecciare le loro vicende in un’unica narrazione, per raccontare quei fili invisibili che uniscono i lavori delle tre artiste, a cavallo tra generazioni e linguaggi.

Fotografie: Leonardo Morfini

Mostra
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Mostra
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Mostra
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Mostra
Mostra di
Sara Ravelli / Melanie Ebenhoch / Maria Morino Savinio
Testi di
Kasia Fudakowski / Ruggero Savinio
Dal 08/03/25
al 04/05/25
SVG_DIAL_DIALOGUE_DIAL

Aracne osò sfidare Atena ricamando gli amori degli dèi e le loro colpe con tela e spola, mettendo in luce con arguta ironia le astuzie e gli inganni usati per raggiungere gli scopi divini. Offesa dalla maestria e dall’audacia della fanciulla, la dea la ridusse a ragnetto, condannandola a filare dalla bocca per il resto dei suoi giorni.

Metamorfosi e corrispondenze tra attributi umani e animali sono pratiche che colpiscono anche i soggetti di Dial Dialogue Dial, seppure in maniera meno prevedibile e lineare. Nel nostro racconto-tela si procede per contrapposizioni zigzagando tra sogno e veglia, tra fiabesco e mitologico, tra magico e simbolico.

Una figura femminile con testa di nottola svetta accanto a un'architettura classica. Verosimilmente una dea, che vigila su un tempio, la cui mano vi si posa sopra, forse per custodirlo e prendersene cura - monito divino, o forse simbolo di una saggezza che torna a vegliare sugli uomini. Eppure, un senso di sospensione e drammaticità, che riecheggia ambientazioni e storie proprie delle rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia, pervade la scena che è il soggetto del ricamo a punto lanciato, velandola di un’inquietudine metafisica.

Un corvo nero, invece, ha messo il becco in una casa ed è rimasto intrappolato in uno stato di impasse. Come per legge del contrappasso, la sua tracotanza è stata punita con l’assenza di vie d’uscita, fisso con una torcia in bocca, disinnescato. Creatura della notte, portatore di nefandi presagi ma anche simbolo sacro in alcuni miti, è qui trasformato in un faro-giocattolo di cartapesta, costretto a ruotare su sé stesso senza mai fermarsi; forse nella speranza di insegnarci qualcosa come nelle migliori favole di Esopo.

Altrove, l’immagine di una cesta di frutta davanti a cui penzola una cornetta del telefono sembra evocare la scena di un film di Hitchcock: immortalando quell’istante in cui un dettaglio prelude a un evento improvviso. Il dramma e la suspense dell’attesa, di una chiamata mancata o di una conversazione interrotta, vengono improvvisamente infrante dalla messa a fuoco di presenze che svolazzano intorno alle cibarie in primo piano sulla tavola. Piccoli insetti-putti irrompono e riscrivono la scena di una natura morta che pare estrapolata da un dipinto fiammingo.

È facile perdere il filo di queste storie tra contrapposizioni, capovolgimenti e imprevisti. Ora caricature dall’apparente risvolto morale, ora miti rivisitati, le opere si presentano come audaci assemblaggi iconografici; in cui luoghi in bilico tra interno ed esterno si fondono attraverso colpi di scena inaspettati, in cui la tensione cinematografica delle scene domestiche si dissolve in sovversioni simboliche e volumetriche, e in cui la gravitas teatrale si alterna a un’ironia dissacrante.

Una dimensione domestica lega le opere di Melanie, Sara e Maria, attraverso ambientazioni che ricordano vere e proprie scenografie, rese ancora più vivide dall’integrazione di quelli che potrebbero essere oggetti di scena – come il corvo-lampada che ruota sul motore di un tergicristallo e il telefono object trouvè; ma anche attraverso tecniche e materiali, in grado di suggestionarci intimamente – come la tela grezza amorevolmente ricamata, – che contribuiscono a costruire le architetture fisiche e psicologiche della mostra.

Un dialogo mancato, il telefono caduto di Melanie, il corvo di Sara che gira in un loop infinito, incapace di creare una relazione con qualcos’altro, sono i protagonisti di Dial Dialogue Dial. Apparentemente parte di un discorso muto, contribuiscono a definire uno spazio intimo in cui rievocare, intrecciare, e riscrivere i propri racconti. Anche loro, come Aracne, trasformati, ci ricordano come il raccontare sia caro alle tessitrici – lei stessa parte di un mito narrato e tramandato.

Conoscendo la storia di Maria Morino Savinio e ascoltando quelle di Sara Ravelli e Melanie Ebenhoch abbiamo deciso di intrecciare le loro vicende in un’unica narrazione, per raccontare quei fili invisibili che uniscono i lavori delle tre artiste, a cavallo tra generazioni e linguaggi.

Fotografie: Leonardo Morfini

Mostra
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Mostra
Mostra
Torna La Dea al Suo Tempio
1944
Ricamo
51 x 43 cm
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Still life with the flies
2025
Olio su resina
80 x 124 cm
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Merry-go-round
2025
Ferro, motore, carta pesta, alimentatore, regolatore di velocità, torcia
Variable dimensions
Mostra
Sara Ravelli
Merry-go-round
Mostra
Sara Ravelli
Merry-go-round
Mostra
Torna La Dea al Suo Tempio
1944
Ricamo
51 x 43 cm
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Maria Morino Savinio
Torna La Dea al Suo Tempio
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Still life with the flies
2025
Olio su resina
80 x 124 cm
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
Mostra
Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
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Melanie Ebenhoch
Still life with the flies
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Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Installation view
Dial Dialogue Dial
Mostra
Merry-go-round
2025
Ferro, motore, carta pesta, alimentatore, regolatore di velocità, torcia
Variable dimensions
Mostra
Sara Ravelli
Merry-go-round
Mostra
Sara Ravelli
Merry-go-round